Api e apicoltura biologica: Intervista a 3Bee

 

 

 

Foto concessa da 3Bee

Foto concessa da 3Bee

 

Il nostro appuntamento mensile di Interviste “Beviamo un caffè” è stato ispirato dall’amore che abbiamo per la biodiversità e la sua protezione. In particolare per le api e l’apicoltura biologica.

Questa ricerca, ci ha portati nella provincia di Como dove nasce la giovane, ma ormai consolidata Start Up 3Bee, fondata dall’Ingegnere Niccolò Calandri e dal Biologo Riccardo Balzaretti.

La 3Bee è un’azienda agri-tech che si occupa di sviluppare sistemi innovativi e intelligenti di monitoraggio e diagnostica per la salute delle api e dei loro alveari.

La loro Azienda ci ha alquanto incuriositi tanto da volerli intervistare. Scopriamo assieme a Niccolò e Riccardo il mondo delle api e come una apicoltura biologica e responsabile può salvare la vita a loro e a noi!

 

 

 

Niccolò puoi dirci da cosa nasce la passione di 3Bee per le api e il miele?

“3Bee è nata da un’idea di Riccardo, biologo con dottorato di ricerca e apicoltore hobbista e me Niccolò, che ho conseguito un dottorato in ingegneria elettronica e venivo da un’esperienza al MIT di Boston in collaborazione con la NASA. Personalmente trovo l’ape un insetto affascinante e da elettronico mi ritrovo molto nelle loro gerarchie di comunicazione.”

 

Riccardo, come biologo, potresti spiegarci che impatto ha la sopravvivenza delle api per il nostro ecosistema?

 

“Tutti gli insetti impollinatori sono fondamentali per promuovere e mantenere la biodiversità in tutti gli ecosistemi. La famiglia delle api in particolare, svolge un ruolo fondamentale nell’impollinazione di moltissime piante, tra le quali possiamo trovarne tante di interesse agronomico come le cucurbitacee. È proprio questa attività di impollinazione che permette lo svilupparsi dei frutti e dei semi che poi generano progenie.”

 

Niccolò in cosa consiste la vostra tecnologia di protezione degli alveari? E in cosa si differenzia dalle altre tecnologie presenti sul mercato?

 

“I nostri due percorsi professionali ci hanno consentito di sviluppare hive-tech, una sorta di alveare 3.0 che consiste in una rete di sensori IoT i quali, posizionati all’interno dell’alveare, monitorano il benessere delle api permettendo agli apicoltori di ridurre i trattamenti, diminuire le visite nell’apiario e abbassare le emissioni di CO2, migliorando la qualità di vita delle api.

Siamo gli unici ad avere dei sensori interni, che permettono di monitorare differenti parametri biologici, temperatura, umidità, spettro sonoro e intensità sonora. Siamo anche gli unici a non avere una fee mensile, caratteristica fortemente voluta perché riteniamo il prodotto una commodity. Abbiamo un sistema per rilevare il peso dell’alveare e delle singole api così da capire se stanno producendo o se hanno problemi di mortalità. Rispetto alle altre realtà in giro per il mondo, siamo gli unici a vedere la nostra tecnologia come un servizio e non come un prodotto hardware.”

 

Foto concessa da 3Bee -Installazione Hive-tech

Api miele apicoltura 3bee

Foto concessa da 3Bee – Premio G.Marzotto

 

 

Sistema Hive-Tech

 

 

 

 

Riccardo, come possiamo orientarci nella scelta di un ottimo miele biologico? E quali mieli consiglieresti?

 

“Sicuramente opterei per una scelta locale, e che mi permetta di conoscere la realtà in cui viene prodotto. Le realtà biologiche o che seguono le linee guida bio sono quelle a minor impatto nell’ambiente circostante. Per conoscere un buon miele è necessario avere fiducia nell’apicoltore. Noi di 3Bee rendiamo tutto il processo trasparente, mettendo a disposizione dei consumatori più informazioni possibili con l’apicoltore, addirittura la possibilità di seguire la crescita dell’alveare. Solitamente preferisco il miele cristallizzato a quello liquido perché è indice di genuinità e di una ridotta lavorazione del prodotto, inoltre la percezione del dolce è aumentata ed è più semplice dosarlo.”

 

E’ vero che alle api vengono dati degli antibiotici, o che possono venire a contatto con pesticidi mentre raccolgono il nettare? Come si può ovviare a questo problema?

 

“In Italia la somministrazione degli antibiotici è illegale in apicoltura. I pesticidi sono presenti in Italia principalmente nelle coltivazioni e sono una delle cause di avvelenamento maggiore. Un modo per rivoluzionare le cose è sensibilizzare attraverso progetti di corporate social responsibility con le imprese sensibili ai temi della sostenibilità, come Ferrero, che ci ha sostenuto fin dall’inizio.”

 

Abbiamo visto che proponete la possibilità di adottare un alveare, potete spiegarci in cosa consiste e come facciamo ad essere sicuri che venga curato biologicamente?

 

“I nostri apicoltori rispettano un rigido protocollo tracciabile con i nostri sensori, una tracciabilità in tempo reale mai vista prima. Abbiamo poi creato il programma “Adotta un alveare”, attraverso il quale, chiunque può proteggere un alveare a distanza, anche senza essere un apicoltore. Il nostro network di apicoltori professionisti si prende cura dell’alveare e tu, grazie al nostro esclusivo sistema di monitoraggio da remoto, puoi controllarne h24 il suo sviluppo direttamente da smartphone o pc. Seguirai l’apicoltore nei suoi lavori, leggendone note e osservazioni, e l’alveare durante il suo sviluppo e crescita. Riceverai subito il certificato d’adozione e a fine stagione se vorrai anche il miele del tuo alveare”.

 

Infine che cosa consigliereste a chi volesse intraprendere la passione dell’apicoltura?

 

“È un hobby da prendere seriamente, molto più di “avere un cane”. Perché eventuali errori nella gestione non comportano solo il collasso di un insetto, ma la distruzione di un intero ecosistema andando a far ammalare api esterne. Da valutare molto bene“.

 

Grazie Niccolò e Riccardo, per averci portato con voi  e averci fatto comprendere meglio questo meraviglioso mondo fatto di passione per le api e per la vita. Chi volesse saperne di più può visitare il vostro sito 3bee.it